NAPOLI – Un’occasione degna di rilievo quella del cinquantenario della fondazione del teatro Sancarluccio. Una ricorrenza ricca di significati e valori che, mezzo secolo dopo la nascita ad opera di due visionari come Franco Nico e Pina Cipriani, vede lo storico spazio di Chiaia legarsi al ritorno sulle sue scene di Benedetto Casillo (nella foto). O meglio, di uno dei suoi primi attori che, proprio nel 2022, ancora in tema di anniversari, festeggia i suoi cinquantacinque anni di carriera. Nato nell’anno 1972 nel primo palazzo liberty di Napoli, negli stessi luoghi di un deposito di mobili come sede del gruppo di cabaret dei “Cabarinieri”, il Sancarluccio ben presto si attestò come uno dei primi teatri “off” di Napoli e come fucina di nuovi talenti del calibro di Leopoldo Mastelloni, Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro. Nel 1980 divenne laboratorio della nuova drammaturgia napoletana ospitando, tra i tanti, anche personaggi come Annibale Ruccello ed Enzo Moscato. Da allora sono stati davvero molti i grandi artisti che hanno calcato il suo mitico palcoscenico fino all’inesorabile crisi di qualche anno fa, quando, grazie all’impegno della famiglia Tabacchini, il teatro fu salvato da un inglorioso oblio. Ed oggi, è proprio la direttrice artistica Giuliana Tabacchini, con lo spazio diventato “Nuovo Teatro Sancarluccio”, a portare avanti un interessante cartellone. Lo stesso che da giovedì 21 aprile a domenica 25, vedrà, a cinquant’anni esatti dalla nascita dello spazio, l’attore Benedetto Casillo (abile nel passare dai suoi comici allestimenti alle esaltanti prove con Moscato, Pierpaolo Sepe e Gleijeses) proporre il suo spettacolo “San Carlino-Sancarluccio. Grandi autori e qualcuno di stramacchio”. «Un viaggio di piacere- come ha spiegato lo stesso, autore, interprete e regista- nel teatro napoletano, dalla tradizione alla nuova drammaturgia. L’occasione ci è stata data dalla ricorrenza del cinquantenario della fondazione della storica sala del cuore di Chiaia. Più che uno spettacolo si tratta di una sorta di periodica per gli amanti dell’arte del palcoscenico. Proporrò dei testi di autori di prima grandezza, a partire da Antonio Petito, ritenuto tra i padri del teatro napoletano, fino a giungere a Ferdinando Russo, Di Giacomo, Viviani, Totò, Moscato e De Crescenzo. Ma ahinoi, anche qualcuno di “stramacchio”. Per affetto, infine, ho riservato in scaletta un posticino ai miei cari “Sadici Piangenti”. Questione di cuore». Ed è proprio ricordando le sue lontane esperienze al Sancarluccio e i suoi indimenticabili compagni di viaggio, tra cui Renato Rutigliano, l’artista Casillo in scena con Enza Barra, Manila Aiello e Luciano Piccolo, presenterà uno spaccato di quella Napoli che ha saputo fare grande l’arte dello spettacolo. Per tutti, due anniversari a confronto: il cinquantenario della nascita del Sancarluccio e i cinquantacinque anni di carriera dell’attore Casillo. Due ricorrenze da festeggiare e ricordare nel nome di una Napoli teatrale fatta di pionieri, arte, cultura e sacrifici.
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