Al via a Napoli congresso internazionale di citopatologia molecolare, focus su biopsia liquida

congresso citopatologia molecolare 2
congresso citopatologia molecolare 2

NAPOLI – Doing more with less. Si può riassumere in questa espressione il valore e il carattere innovativo della citopatologia molecolare. Ottenere maggiori risultati in termini di prevenzione e cura riducendo i tempi, gli sprechi in termini economici, con una minore invasività e una migliore accuratezza nella diagnosi.
I progressi fatti negli ultimi anni e le nuove frontiere di questa disciplina sono al centro della 12esima edizione del congresso internazionale di Citopatologia molecolare, che si è aperto oggi a Napoli, presso il centro congressi dell’Università Federico II. Una due giorni che vede in Campania i massimi rappresentanti in questo campo, sotto la direzione di Giancarlo Troncone, ordinario di Anatomia patologica e direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli, e co-diretto da Maria D. Lozano dell’Università di Pamplona e da Sinchita Roy-Chowdhuri dell’Università MD Anderson del Texas.


Tra i focus della prima giornata del simposio, organizzato da Concerto Srl, c’è la biopsia liquida, uno degli ultimi traguardi della citopatologia molecolare. A differenza di quella tradizionale, che si esegue asportando un frammento o un intero tessuto che potrebbe essere interessato da una patologia tumorale, con un elevato livello di invasività, la biopsia liquida viene eseguita sul sangue, di solito attraverso un comune prelievo. L’obiettivo di questa indagine è analizzare il Dna tumorale circolante o le cellule tumorali circolanti nel sangue, ossia quelle cellule neoplastiche che si separano dalla sede primaria del cancro e finiscono per distribuirsi nel sangue. I vantaggi della biopsia liquida sono molteplici. Innanzitutto una maggiore accuratezza, che consente di diagnosticare neoplasie in uno stadio precocissimo; ma anche una bassissima invasività e un risparmio per i costi del Servizio sanitario nazionale. La biopsia tradizionale richiede infatti l’ospedalizzazione, ma il vero risparmio sta nel fatto che grazie alla biopsia liquida si riduce sensibilmente la platea di pazienti che richiedono un trattamento farmacologico, con i relativi effetti collaterali: si eliminano quindi i trattamenti a pioggia e si interviene in maniera altamente specifica.

“La 12esima edizione del congresso internazionale di Molecular Cytopathology – spiega Troncone – si concentra su quello di cui abbiamo bisogno: una citopatologia moderna. Un obiettivo che passa attraverso due tematiche principali, che saranno al centro del meeting: il sequenziamento di nuova generazione, uno strumento molto potente, ma anche la biopsia liquida, che è il nostro futuro per seguire i pazienti e far sì che i loro trattamenti siano mirati e personalizzati. Oggi la citologia non si basa più soltanto sull’osservazione microscopica dei vetrini, degli aghi aspirati e dei pap test, ma si dedica a fornire informazioni predittive che sono fondamentali per la terapia personalizzata del cancro”.

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