NAPOLI – Sono le pareti domestiche le prime testimoni dei tormenti di una famiglia, ovatta che assorbe grida, timori, recriminazioni. E’ nel calore della casa che le violenze assumono il loro alibi migliore, come se quel cemento potesse contenerle e in qualche modo attutirle.
Spesso l’impermeabilità di quelle pareti basta e avanza, è sufficiente a lasciare le vessazioni un affare di famiglia. Un disagio da nascondere davanti agli altri, una faccenda “personale” in cui non bisogna immischiarsi.
Lo dimostra la riluttanza nelle denunce, quel riserbo che solo la prevaricazione può trasformare in quel pudore ingiustificato contro cui i Carabinieri lottano ogni giorno.
Le pareti di questa storia sono quelle di un appartamento dei Colli Aminei, un quartiere bene e vitale della città di Napoli. E se potessero parlare racconterebbero di una donna vittima di violenza e di un uomo troppo legato alla gelosia per lasciar parlare le labbra piuttosto che le mani.
Racconterebbero di un catalogo dell’orrore lungo 365 giorni, un campionario di violenze raccolte in un cd. Foto dei colpi, dei lividi indelebili anche quando riassorbiti dal corpo. Uno scatto per ogni reazione del compagno, macabro album dei ricordi del 2023.
A raccogliere anche questa testimonianza digitale i carabinieri della stazione di Capodimonte, nella “stanza tutta per sé”.
E’ notte e il 112 registra l’ennesima richiesta di aiuto.
Una donna è stata vittima del suo ex, picchiata selvaggiamente.
Non un episodio sporadico ma il culmine di una relazione contaminata dalla gelosia, fatta di alti e bassi, di addii e di ritorni.
I carabinieri hanno raggiunto la vittima in casa. Era pesta. Sanguinante.
Il suo ex ha tentato un nuovo avvicinamento, convinto che quella relazione avesse ancora molto da esprimere. Di parere contrario la donna. La volontà di riallacciare il rapporto non era altro che un nuovo prologo a violenze sempre crescenti.
Erano andati a cena insieme, lei certa di poter essere una buona amica, lui di poter essere qualcosa in più ancora una volta.
Poi la preghiera di tornare insieme e il no.
Poi la violenza.
L’uomo l’ha seguita fino a casa, lei lo ha lasciato entrare per evitare scenate in pubblico.
Al rumore della porta chiusa si è sovrapposto quelle delle botte. Calci, pugni senza pietà.
La donna ha vomitato ed è svenuta. Testimone sua madre, in casa nell’istante in cui la figlia è stata picchiata. Ha provato a scollarla dalle mani del suo ex ma non ci è riuscita.
I carabinieri arriveranno poco dopo e accompagneranno la vittima in ospedale. 40 i giorni di prognosi prescritti. L’aggressore è stato arrestato per maltrattamenti e atti persecutori ed è ora in carcere, in attesa di giudizio.
Nel fascicolo confluiranno anche le terribili immagini scattate dalla vittima dopo ogni pestaggio.
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