NAPOLI – Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un provvedimento di sequestro d’urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, relativo a crediti d’imposta per un valore complessivo di 31 milioni di euro. Si tratta di crediti “da investimenti nel Mezzogiorno”, introdotti dalla legge n. 208/2015 per incentivare le imprese ad acquisire beni strumentali destinati a strutture produttive nelle regioni del Sud Italia, tra cui Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Le indagini hanno portato alla luce un sistema di frode particolarmente sofisticato, basato sull’utilizzo improprio dei cosiddetti “cassetti fiscali” di 50 persone giuridiche, ubicate principalmente nelle regioni meridionali. Le aziende, in molti casi, dichiaravano falsi investimenti, talvolta per importi superiori al milione di euro, simulando persino l’acquisto di software avanzati come il “chainbox”, utili per la creazione di blockchain aziendali. Tali investimenti, però, non sono mai stati realmente effettuati.
Un elemento chiave dell’inchiesta è stato il rintracciamento dell’amministratore della società londinese che avrebbe fornito i presunti software. Si è scoperto che il soggetto, di origine campana e irreperibile, era già destinatario di numerosi provvedimenti giudiziari.
Un sistema di cessioni fraudolente
La frode si è rivelata ancora più grave quando gli investigatori hanno scoperto che alcune società coinvolte avevano ricorso a operazioni straordinarie, come le cessioni di rami d’azienda, per aggirare il divieto di cessione a terzi dei crediti d’imposta. L’analisi degli atti notarili ha rivelato che i crediti venivano trasferiti come parte integrante del ramo d’azienda ceduto, spesso per importi notevolmente inferiori al loro valore nominale, un chiaro indizio della loro provenienza illecita.
Indagati e sequestri
Al termine delle investigazioni, sono state iscritte nel registro degli indagati 44 persone fisiche, residenti in diverse regioni italiane, tra cui Campania, Lombardia, Sardegna, Calabria e Sicilia. Le accuse vanno dalla truffa ai danni dello Stato al reimpiego di proventi illeciti.
Per evitare ulteriori utilizzi fraudolenti dei crediti, la Procura ha disposto il sequestro d’urgenza delle risorse creditizie. Tale misura si aggiunge a precedenti provvedimenti adottati dal Gruppo Guardia di Finanza di Frattamaggiore, che hanno impedito la circolazione di crediti d’imposta fittizi per un valore complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro.
L’utilizzo indebito di tali crediti in compensazione avrebbe potuto causare un danno economico significativo alle casse dello Stato, già duramente provate.
Un monito contro le frodi fiscali
L’operazione rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta alle frodi fiscali, evidenziando l’importanza di controlli serrati sui benefici fiscali concessi alle imprese. Le attività investigative della Guardia di Finanza confermano l’impegno nel contrastare fenomeni di illegalità che minano la credibilità e l’efficacia delle politiche di sviluppo economico nel Mezzogiorno.
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