NAPOLI – Il Festival del Giallo Città di Napoli è un progetto inclusivo e condiviso e si svolgerà quest’anno nella Villa Floridiana dal 23 al 26 maggio.
È inclusivo perché un gruppo di imprenditori, due associazioni e oltre cento volontari credono che i libri, le storie, la letteratura popolare, possano contribuire a migliorare questa città. Condiviso perché il brand Festival è solo l’evento conclusivo di un anno di confronti e di scambi culturali. Progettiamo e facciamo rete, lavoriamo e coinvolgiamo fasce di età diversissime che attraverso l’impresa Festival trovano nuovi sensi e si formano.
Tre anni fa sembrava solo un gioco. Era arrivata l’occasione giusta per un grande Festival legato alla letteratura di genere. Napoli rivendicava la paternità del giallo in Italia e si imponeva come capoluogo capace di presentare al grande pubblico decine di scrittori pubblicati da case editrici medio grandi. Bisognava farlo e lo facemmo. In tre anni il Festival non ha mai smesso di crescere. Producendo decine di iniziative parallele, intrecciando rapporti e collaborazioni che l’hanno fatto veramente grande.
L’assessorato al Turismo, la V Municipalità Arenella-Vomero, la Scuola Italiana di Comix, la Sergio Bonelli Editore, il Giallo Mondadori, gli Istituti di Cultura Francese e Spagnolo, il Mann, la Floridiana, Il Museo Duca di Martina, il Comicon, Drop eventi. Tre anni e abbiamo fatto rete. Tre anni e abbiamo portato a Napoli solo coloro che avevano veramente un progetto che potesse interessarci. La Fondazione Luigi Bernardi (il padre del noir italiano), solo per fare un esempio. Perché quello è il gruppo che è un pezzo di storia del giallo in Italia. Un polo editoriale che impose il Gruppo 13 di Bologna, e lanciò scrittori del calibro di Carlo Lucarelli.
“Tre anni – dice Ciro Sabatino, direttore artistico della kermesse di maggio – e siamo una delle maggiori realtà italiane che si occupano di letteratura di genere. Il festival del Giallo più giovane, ma più grande d’Italia. In qualità e quantità di proposte”. A presiedere la rassegna è Maurizio de Giovanni, che è stato l’inizio della storia e lo sta portando avanti facendo della sua città la capitale del romanzo crime: “Il romanzo giallo – spiega De Giovanni – ha una storia molto ampia che ha in Napoli una capitale, basta pensare a “Il cappello del prete” di Emilio De Marchi, che convenzionalmente si vede come il primo romanzo giallo puramente tale scritto in Italia, e che è ambientato a Napoli. E non poteva essere altrimenti. Perché Napoli è una città topograficamente gialla, urbanisticamente gialla, una città stretta, sovrapposta, sedimentaria, che ne ha un’altra sotterranea, ma è anche una città che prevede un contatto costante fra le diverse classi sociali, che non c’è in nessuna altra città. Questo genera passioni. Quindi questo è un festival che celebra le passioni che non sono, come purtroppo sappiamo, rosa. Ci sono moltissime passioni che travolgono e trasportano le persone in un altrove che noi vogliamo narrare. Quello che racconteremo quindi è il territorio oscuro in cui si va a finire quando inevitabilmente si cede a un certo tipo di passione, con svolte nere”.
Le proprie pagine il Festival del Giallo le ha scritte in mille giorni di attività senza sosta. I Tour del Giallo con l’assessora Teresa Armato; il Club dei Delitti di Carta con magistrati e giornalisti (per ricostruire i casi insoluti e introdurre al Festival la sezione True Crime); gli Irregolari del Festival con le scuole napoletane e della provincia. Formiamo ragazzi al giornalismo, alla creazione dei grandi eventi, all’impresa culturale. Oggi sono il fiore all’occhiello del lavoro della rassegna costruita con decine di under 25. E poi: una libreria ancora più forte, Iocisto del Vomero con Claudia Migliore e Alberto Della Sala, una casa editrice che affronta con coraggio un progetto difficile ed entusiasmante, guidato da Anita Curci, ma anche un piccolo museo del giallo in un mix di idee e progetti, di inclusione e condivisione. In un viaggio che non si ferma e che ora conduce tra la gente, in un quartiere attento e partecipativo. Il Vomero dove il Festival del Giallo cerca radici e integrazione, identità e memoria nel quartiere dove nacque tutto, con Attilio Veraldi prima e con Maurizio de Giovanni oggi. Uno splendido viaggio come sottolinea Ilenia Gradante, funzionario responsabile della Villa Floridiana: “La Floridiana – spiega – è una fonte di ispirazione con le sue atmosfere, le sue architetture, è uno scenario naturale per il Festival del Giallo, in una Napoli che è stata descritta in più momenti come un luogo che vive di chiaroscuri, di momenti di luce e di ombra e che verranno raccontati in maniera straordinaria. Noi lavoriamo per una Floridiana che venga frequentata nella quotidianità ma ci teniamo tantissimo perché sia il Museo che il Parco siano un luogo aperto a tutti, per chi cerca uno spazio proprio di raccoglimento e stiamo lavorando anche a dei luoghi dedicati proprio alla lettura, al book-crossing, in progetti di valorizzazione che abbiamo già in atto, ma anche per grandi eventi, per un pubblico sempre più diversificato e sempre più ampio”. Oggi dunque nel cuore del parco Villa Floridiana, c’è spazio per le novità e le sorprese. Anche per la grande Mostra dei Manifesti d’autore, curata dalla Scuola Italiana di Comix di Mario Punzo e dedicata agli undici eventi iconici di questa manifestazione. Si comincia giovedì 23 maggio alle 12 in punto. Poche ore e Napoli tornerà ad essere la capitale del giallo in Italia.
Tra le novità non ancora annunciate
DISEGNARE IL CRIME
Undici manifesti d’autore per undici eventi indimenticabili
Presso Villa Floridiana – Vomero, Napoli
MUSEO DELLA CERAMICA DUCA DI MARTINA
Sez. Arte Orientale – seminterrato
Orari 10/17
Ingresso con biglietto Festival diurno
Curatori
Mario Punzo e Alessandra Vitelli
Scuola Italiana di Comix
Illustratori
Stefano D’Oriano, Nadia Fedele, Michela Di Cecio, Ivan Ferrara, Maria Teresa Palladino, Flavia Morra, Riccardo Labella, Desirèe Milillo, Ester Finelli Arianna Pennacchio, Alessandra Vitelli
Presentazione progetto: sabato 25 maggio, ore 22 Area Caffè Letterario
Infine lo spazio aperto al True Crime con Pietro Orlandi che racconta le ultime ore di sua sorella, la piccola Emanuela, sparita il 22 giugno 1984 a Roma e con Elvira Grimaldi che racconta l’omicidio della madre Anna Parlato Grimaldi. Era il 31 marzo del 1981. “Ma c’è ancora tempo – dice Elvira – per ricordare” e lancia una mail veritaperanna@gmail.com per non smettere di cercare la verità sul quella notte terribile.
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