Morto il regista di Pomigliano, Salvatore Piscicelli: lutto nel cinema italiano

piscicelli
Il regista Salvatore Pisicelli nato a Pomigliano d'Arco 76 anni fa e morto oggi a Roma

ROMA – Il mondo del cinema partenopeo è in lutto per la scomparsa del regista Salvatore Piscicelli, originario di Pomigliano d’Arco. Piscicelli, un uomo riservato e personale, si è spento questa mattina a Roma, città adottiva che non ha mai sentito come sua, all’età di 76 anni. Conosciuto per essere un osservatore attento del lavoro altrui e un audace sperimentatore del linguaggio cinematografico, Piscicelli aveva iniziato la sua carriera come critico cinematografico. Sebbene ritenesse esagerato il titolo di “maestro”, questo era il riconoscimento datogli dai suoi “fratelli d’arte” Mario Martone e Paolo Sorrentino.

Nato a Pomigliano d’Arco il 4 gennaio 1948, Piscicelli crebbe nella Napoli dei primi anni ‘70, un periodo di grande fermento culturale caratterizzato dal rinnovamento musicale, l’eredità teatrale della scuola De Filippo e l’emergere di talenti nell’underground cittadino. In questo contesto, debuttò dietro la macchina da presa nel 1976 con il documentario “La canzone di Zeza” e divenne presto un punto di riferimento con il suo primo lungometraggio “Immacolata e Concetta” (1979). Questo film, interpretato da Ida Di Benedetto, raccontava la storia d’amore tra due donne in una Pomigliano d’Arco tra tradizione rurale e trasformazione industriale, vincendo il secondo premio al Festival di Locarno.

Il successo continuò con “Le occasioni di Rosa” (1981), ambientato a Secondigliano dopo il terremoto dell’Irpinia, che valse a Marina Suma il David di Donatello per la sua interpretazione. Nonostante il periodo di stasi della “nuova onda” del cinema italiano negli anni ‘80, Piscicelli rimase fedele ai suoi temi più cari: la figura femminile, le contraddizioni dell’amore e della coppia. Tra i suoi lavori più noti, “Regina” (1987), un omaggio a Rainer Fassbinder, e “Baby Gang” (1992), un profetico “instant movie” dal taglio pasoliniano.

Il suo impegno proseguì con “Quartetto” (2001), ispirato ai dettami del “Dogma” di Lars von Trier, e la produzione di “Rose e pistole” (1999) diretto dalla compagna Carla Apuzzo. Nel 2003, Piscicelli realizzò “Alla fine della notte” con Ennio Fantastichini, seguito dal documentario “La comune di Bagnaia” (2005). Il suo ultimo lavoro, “Vita segreta di Maria Capasso” (2019) con Luisa Ranieri, tratto dal suo romanzo, rappresenta il suo film-testamento.

La città di Pomigliano ha annunciato che nelle prossime ore lancerà un evento con l’Assessorato alla Cultura in memoria del concittadino Salvatore Piscicelli.

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