BENEVENTO – Un vecchio adagio recita: “Chi si loda s’imbroda”, e questo sembra calzare a pennello per molti amministratori della Valle Caudina, che sembrano doversi cambiare spesso per via delle loro continue auto-lodi e proclami. Di recente, un episodio ha riacceso l’attenzione su proposte discutibili, come quella di un amministratore che tempo fa suggerì di sostituire la ferrovia Benevento-Napoli, attraverso la Valle Caudina, con una pista ciclabile. Questa idea è tornata alla ribalta, confermando quanto poco alcuni amministratori conoscano le reali necessità e le caratteristiche del territorio che governano.
La ferrovia Cancello Benevento, nonostante la sua età, resta il collegamento più breve tra i due capoluoghi di provincia, superando persino il nuovo tracciato dell’alta capacità Napoli-Bari. In passato, le Ferrovie dello Stato avevano perfino deviato il Rapido Napoli-Bari attraverso la Valle Caudina per sfruttare questa brevità. Di fronte alle continue posticipazioni della riapertura della tratta da parte dell’amministratore dell’EAV, Di Gregorio, che ha già fissato sei diverse date, un buon amministratore avrebbe dovuto alzare la voce in protesta, ma ciò non è avvenuto.
Invece, Di Gregorio ha dirottato nuovi elettrotreni sulla circumflegrea, concentrando le sue attenzioni sulle linee della Circumvesuviana, che servono un bacino elettorale ben più vasto. Nel frattempo, il Governatore inaugura nuovi treni sulla tratta Montesanto-Torregaveta, che sono gli stessi precedentemente fermi a Benevento.
La proposta della pista ciclabile, al di là dell’impraticabilità, distoglie l’attenzione da problemi più pressanti come la mancanza di servizi idrici adeguati, l’inefficienza della pubblica illuminazione e la scarsa manutenzione delle strade, che in alcune aree della Valle rendono necessario l’uso di fuoristrada. Prima di pensare a soluzioni fantasiose e poco praticabili, sarebbe opportuno che gli amministratori si concentrassero su queste fondamentali questioni di vivibilità e sicurezza, chiedendo alla provincia di intervenire sulle vere emergenze, piuttosto che favorire gli interessi di pochi a danno della collettività.
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